mercoledì 10 febbraio 2010

Metti una domenica sera a Bayswater...

7 . 02 . 2010

Sveglia tardi (ma comunque di malavoglia), ultimi preparativi e poi via, di corsa alla stazione a prendere il treno per l'aeroporto di Pisa.

Io adoro gli aeroporti.
Mi mettono allegria anche se viaggiare, in generale, mi fa venire l'ansia.
Andare là prima, fare un giro per negozi, mangiare qualche schifezzuola ai bar e ristoranti, guardare la gente ed immaginare dove starà per volare...
Ora, quello di Pisa è uno po' uno schifìo in quanto è piccolo ed i pochi negozi fanno un po' pietà, ma ha una bella atmosfera. Gioiosa.
Gli aeroporti mi danno un senso di positività.
Vi ricordate la voce fuori campo nell'incipit di Love Actually?
Diceva:
"Ogni volta che sono depresso per come vanno le cose al mondo, penso all'area degli arrivi dell'aereporto di Heathrow. È opinione generale che ormai viviamo in un mondo fatto di odio e avidità, ma io non sono d'accordo. Per me l'amore è dappertutto. Spesso non è particolarmente nobile o degno di note, ma comunque c'è: padri e figli, madri e figlie, mariti e mogli, fidanzati, fidanzate, amici. Quando sono state colpite le Torri Gemelle, per quanto ne so nessuna delle persone che stavano per morire ha telefonato per parlare di odio o vendetta, erano tutti messaggi d'amore. Io ho la strana sensazione che – se lo cerchi – l'amore davvero è dappertutto".
Ed è vero, negli aeroporti la gente è felice, tranquilla e rilassata.

Io ho passato il tempo al ristorante. La tizia al banco ha sempre avuto una ghigna incredibile ed una fastidiosissima voce alta e squillante, ma il cibo è buono (ma caro) e ci sono delle alternative dietetiche. E' stato bello mangiare alla vetrata, riscaldati dal solicello davanti ad aerei che si innalzano nell'aria per andare chissà dove...

Il mio ha volato fino a Gatwick, sorvolando un paesaggio fatto di picchi innevati ed una chilometrica ed apparentemente infinita coltre di bianche nuvole pannose.
La bruttezza dell'aeroporto di Pisa è inversamente proporzionale a quella di Gatwick. Odio quel posto. Grande, bello e moderno, ma incasinato, con negozi e ristoranti che non sono niente di speciale, indicazioni assenti od incasinate e soprattutto è diviso in due blocchi distanti, quindi per uscirne mi ci è voluto circa 45 minuti. Di conseguenza ho perso il bus verso il centro e ne ho dovuto aspettare un'altro al freddo ed al gelo, ma per lo meno ho chiacchierato con una simpatica ragazza brasiliana.

Una volta scesa a Bayswater, mi sembrava di camminare nelle vie del quartiere dove abito dalla nascita....
Non mi sono mai sentita come a casa mia in un'altra città come mi succede a Londra, in particolare in quest'area: ci sono affezionata e mi ci sento sicura ed a mio agio. E bellissimo camminare per Queensway Road...
Non ritornavo da più di un anno, ma a parte qualche negozio nuovo, tutto è quasi rimasto come una volta, e soprattutto l'atmosfera e l'odore dell'aria è rimasta invariata.

Dopo un velocissimo check-in all'hotel che frequento da quasi 8 anni, mi sono vista con'amica italiana trasferitasi a Londra da una settimana e siamo rimaste a Bayswater per una cena veloce.
Siamo andate da Saki, un ristorante giapponese dove vado sempre: senza infamia né lode, ma il servizio è veloce ed educato ed il cibo è buono ed economico.
Mi sono scofanata un ciotolone di ramen, affogato da tè verde.
E poi di corsa a rilassarmi nella minuscola camera d'albergo, a guardarmi un film ed a cazzeggiare online.

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